CRITICA DI IGOR ZANTI (2008)Sui passi alati…

“Il lavoro di Annalù si pone in quell’istante di transizione fra pittura e scultura […] Annalù ci conduce attraverso un viaggio iniziatico, mediato da una sensibilità profondamente femminile e da un senso di rarefatta poeticità.

“Oh Hermes [….], dalle molte risorse,
gentilmente astuto, predone, guida di mandrie,
apportatore di sogni, osservatore notturno,
ladro ai cancelli,
che fece in fretta a mostrare le sue imprese tra le dee immortali.”

La figura di Hermes, da un punto di vista mitologico e filosofico, risulta molto complessa e nasconde molti significati reconditi. Tradizionalmente, si attribuisce a questa divinità, generata dai segreti e notturni amplessi di Zeus e della ninfa Maia, il semplice ruolo di messaggero degli dei.

Una ricerca più approfondita rivela, però, che questo ruolo di araldo divino, è solo una parte di quello che Hermes ha rappresentato nel mondo antico in generale, ed in quello greco classico in particolare. Hermes era il protettore dei crocicchi, dove le erme con la sua effige e l’organo genitale eretto erano poste a protezione dei viandanti e dei viaggiatori, vegliava, inoltre, sulle anime che intraprendevano il misterioso viaggio verso i regni di Ade ( era, infatti, l’unica divinità, oltre a Proserpina ed Ade, associata alla vita negli inferi), proteggeva gli atleti e, forse in maniera volutamente canzonatoria, i ladri, i commercianti e gli uomini astuti ( più volte aiutò Ulisse nel suo nostos).

L’identificazione di Hermes con il dio egiziano Thoth ne fa una delle incarnazioni simboliche dell’arte alchemica. L’alchimia, oltre ad essere una disciplina fisica e chimica, implicava un’esperienza di crescita ed un processo di liberazione e di salvezza dell’artefice dell’esperimento.

In quest’ottica la scienza alchemica veniva sacralizzata e ricondotta ad un tipo di conoscenza metafisica e filosofica, assumendo connotati mistici ed esoterici, cosicché i processi e i simboli alchemici possiedono sovente un significato interiore relativo allo sviluppo spirituale in connessione con quello prettamente materiale della trasformazione fisica. Proprio per questo motivo il culto di Hermes, in seguito alla ellenizzazione del bacino del mediterraneo, ha assunto una accezione marcatamente misterica e esoterica, accezione che ha mantenuto nella Roma imperiale e che si è tramandata, sotto varie forme, fino ai giorni nostri.

Sorprenderà che si avvicini il lavoro di Annalù ( nome d’arte dell’artista veneta Annaluigia Boeretto) ad Hermes, ma una attenta analisi permetterà di comprendere come molti spunti utilizzati dalla nostra artista nel proprio lavoro si possano ricondurre proprio alla figura simbolica del dio greco. Nelle opere di Annalù è sempre presente un senso di metamorfosi, di passaggio, di evoluzione, una sorta di viaggio fra stati diversi, fra realtà differenti, uno spirito di ricerca che condivide alcuni aspetti tipici della scienza alchemica.

L’artista cerca di fissare nelle sue opere l’attimo in cui la metamorfosi si compie, di comprendere i meccanismi e le forze che sono alla base del processo insito nel passaggio fra uno stato ed un altro, sia che si tratti di uno stato meramente fisico, che di uno stato psicologico o spirituale. Annalù, nella sua personale ricerca, intende la metamorfosi, in senso lato, come il passaggio fondamentale per progredire verso una nuova realtà, verso una nuova coscienza, verso una nuova dimensione fisica e cognitiva. A livello formale, nel lavoro di Annalù, si riscontrano delle costanti. L’artista si affida all’elemento metaforico della farfalla (farfalla che è divenuta nella sua recente produzione una sorta di cifra distintiva) che incarna il ruolo simbolico del concetto di metamorfosi, L’artista, attraverso il sapiente uso di materiali differenti quali legno, cemento, resine, nero di bitume, metalli, cerca di ribadire quasi a livello tattile questo concetto. I vari elementi si uniscono, si fondono, come all’interno di un calderone di un mago o di un alchimista, per creare nuove realtà, nuovi stati fisici o per liberare i corpi che imprigionano.

È importante comprendere come l’aspetto tattile e materico sia uno degli elementi fondamentali del lavoro di Annalù, quasi l’artista voglia suggerire al pubblico lo sforzo e l’energia che viene sprigionata nel momento in cui una metamorfosi o il passaggio fra uno stato e l’altro si attua: lo sforzo della crisalide per diventare farfalla, del minerale per liberarsi dalla roccia che lo racchiude. Il lavoro di Annalù si pone in quell’istante di transizione fra pittura e scultura, in un terreno ibrido che però concede all’artista di sperimentare differenti possibilità espressive. Annalù ci conduce attraverso un viaggio iniziatico, mediato da una sensibilità profondamente femminile e da un senso di rarefatta poeticità, un viaggio dove incontreremo simboli antichi e ancestrali, dove riscopriremo elementi che sono alla base della cultura occidentale, che ci porrà degli interrogativi sulla esistenza umana, sul valore dell’arte quale mezzo di conoscenza, un viaggio che intraprenderemo al fianco dell’artista seguendo i passi alati di Hermes…

Estratto dal testo “Sui passi alati…”, catalogo Mostra personale, Zaion Gallery Biella, 2008.