CRITICA DI STEFANO GAGLIARDI (2013)Omnis ars imitatio naturae est

“Ma Annalù fa di più, la sua è una ricerca è un progetto che, iniziato 20 anni fa, porta avanti con caparbietà, perché alla bellezza, al sublime, alla poesia non c’è mai fine.”

Il progetto artistico di Annalù esce da tutti i canoni della proposta odierna, fa propria una pratica scultorea innovativa con materiali di normale attualità e, trasformando una indagine intellettuale in creazione artistica, ci incanta, fondendo bellezza e poesia.

La vetroresina, lì, era celata dalla stoffa delicata delle sottovesti e quegli animali impossibili, immensi, bellissimi e vivissimi creavano nell’ambiente la suggestione di un incantesimo. Mi era rimasta addosso per diverse ore una fascinazione stupita. Quello che mi aveva colpito fin da subito, dalla prima occhiata, era il senso di “leggerezza potente” che emanava dalle opere. Una presenza incombente, totalizzante e tuttavia sussurrata. L’Incanto, forse, è il giusto aggettivo per le opere di Annalù e, ritornando indietro nel tempo,e cercando l’etimologia della parola, questa calza perfettamente con i suoi lavori; nel mondo arcaico dove tra canto-poesia-parola e magia-rituale-azione non c’era una netta distinzione, le sculture di Annalù raccolgono tutte queste definizioni con tutti gli attuali significati: le sculture di Annalù sono Canti che offrono lode alla Bellezza.

Tutta l’opera di Annalù nasce da un’attenta osservazione della natura e nello sforzo d’imitarne l’incanto, ne sintetizza il più grande mistero: la forza del mutamento nelle infinite sfumature del divenire. In Lei gli elementi, quando cambiano, sembrano portare con se la memoria di ciò che sono stati e, come in natura, la memoria genetica di ciò che saranno. Molto è stato detto sui suoi lavori, dando rilievo ai materiali usati, all’idea dell’acqua alla quale molte sue sculture riportano o alla trasparenza del ghiaccio che si ritrova nelle foglie cristalline e cristallizzate di sue certe sculture, alla danza leggera e infinita di farfalle simbolo della rinascita e del tramite tra terreno e Divino.

Annalù crea e racconta la propria meraviglia: ci racconta il desiderio di leggerezza, di un improbabile salto nell’acqua che inevitabilmente sembra però appartenere al cielo, (opera doppio salto nel blu), racconta di farfalle che si trasformano in fiori, racconta l’acqua che si manifesta in grappoli di foglie percorse da luce e trasparenze, racconta della corteccia che diventa papiro, inventa libri che hanno pagine di acqua dove nulla si può scrivere ma dove tutto è già scritto, è scritta l’origine della nostra vita, essenza principale di tutto il nostro divenire.

Ma Annalù fa di più, la sua è una ricerca è un progetto che, iniziato 20 anni fa, porta avanti con caparbietà, perché alla bellezza, al sublime, alla poesia non c’è mai fine.

Isabella Del Guerra
Stefano Gagliardi
2013

Estratto dal testo della mostra Personale “ Omnis Ars Imitatio naturae est” a cura di Isabella e Stefano Gagliardi. Galleria Gagliardi, Agosto/Settembre 2013.